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Ossidiana fra le attività utili ad ampliare le conoscenze e le
abilità ci sono anche i corsi di informatica, per far fronte
alle sollecitazioni del vivere quotidiano che richiede sempre più
specializzazione, ma anche per stare al passo con i tempi senza sentirsi
lasciati da parte e superati solo perché non si sanno usare gli
strumenti delle tecnologie attuali. Fra i nostri insegnanti del settore
c’è Gianni Gastaldon, capace e paziente, che si dedica
a quest’attività con grande entusiasmo, accompagnando per
mano i suoi allievi a scoprire e utilizzare Windows, Word e Internet.
Le tue lezioni
sono molto frequentate. Cosa dovrebbe essere in grado di fare un corsista
dopo un corso di base?
Un corso di base è come una scuola guida: alla fine di un ciclo
di lezioni l’allievo può condurre da solo la “macchina”
perché ha raccolto, provato, memorizzato, automatizzato e compreso
un’ingente ed intricata quantità di informazioni e di azioni
che lo mettono in condizione di essere autonomo.
Quali sono le difficoltà più ricorrenti per gli
allievi?
Il primo approccio al computer, per gli adulti, è in genere difficoltoso,
data la novità del linguaggio e delle procedure da applicare
per un corretto funzionamento dei programmi. I procedimenti sono numerosi
e rigidi e questo di certo non semplifica le cose
Come riesci a far superare queste difficoltà durante
le lezioni?
Per me il problema riguarda innanzitutto la scelta degli elementi da
trasmettere, cioè non posso trascurare l’essenziale, ma
neanche esagerare nella quantità. Cerco di rendere chiaro e comprensibile
ciò che insegno trattandosi di una materia nuova per i neofiti,
piena di termini sconosciuti, di logiche insolite, di procedure standardizzate
e rigide da rispettare, affinché gli allievi raggiungano le competenze
necessarie al corretto funzionamento del pc. Per far superare l’acquisizione
passiva delle procedure, li porto a capire i motivi per cui si agiscono
alcuni comandi, in quanto chi ha programmato un software aveva la sua
logica: riuscire ad entrare in quella logica facilita l’apprendimento,l’autonomia
operativa e la generalizzazione dei processi.
Che metodo usi nelle tue lezioni?
Il metodo di lavoro è essenzialmente operativo. I corsisti devono
eseguire le procedure praticamente. A questo proposito mi piace citare
la frase di Confucio che dice “quello che sento lo dimentico,
quello che vedo lo ricordo, quello che faccio lo comprendo”.
Quando sei soddisfatto come insegnante?
Quando vedo che non hanno più soggezione della macchina, ma soprattutto
quando hanno chiaro quello che fanno e osano provare nuovi percorsi
da soli ottenendo risultati.
Cosa dà soddisfazione agli allievi?
Bisognerebbe chiederlo a loro, ma ciò che osservo è da
una parte la soddisfazione per i neofiti di riuscire a fare cose che
prima non avrebbero mai provato o pensato, dall’altra, per chi
già aveva iniziato da solo i primi passi, la sistematizzazione
delle conoscenze e soprattutto la comprensione delle potenzialità
e dell’utilità del computer… finalmente affrancato
dall’umile ruolo di macchina per scrivere.
Cosa ti piace di quest’attività?
Tutto: utilizzare il computer; trasmettere le mie conoscenze; continuare
ad acquisirne. Più si studia una materia e più si scopre
di saperne poco: è una legge ferrea.
Qualche consiglio per chi usa il computer?
Innanzitutto usarlo tanto. Quando non si padroneggia con disinvoltura
l’uso della bicicletta si è portati a credere di più
nell’utilità dell’andare a piedi; allo stesso modo
con il computer: all’inizio si è disorientati ed increduli
rispetto alle sue potenzialità e, delusi dalle difficoltà,
si pensa già con nostalgia alla velocità pratica della
scrittura a mano. L’uso del pc richiede un modo nuovo di pensare,
una disponibilità mentale da compensare con la costanza e l’applicazione.
Il segreto sta nel provare e riprovare le procedure a piccoli passi,
con mete vicine, che da semplici diventano gradualmente più complesse,
per acquisire sicurezza. Allora si può padroneggiare e prevedere
la risposta della macchina. Perché il pc non vive di vita propria,
non opera scelte e tutto ciò che fa è perché noi
gli abbiamo ordinato di farlo, anche in modo creativo!
Enrico Antonello
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